Fuori Fuoco
Le statistiche dicono che in Italia, dal
2000 ad oggi, le donne uccise sono circa tre mila. Tre mila: un numero davvero spaventoso per un
paese che si ritiene civile. Tre mila……
Questa cifra, che ronza continuamente nella
mia testa, mi pone una serie di domande. Come è possibile che si sia arrivati a questa
cifra mostruosa ? Come è possibile che si possa compiere un tale scempio ? Come mai non si riesce a
mettere a fuoco il problema ?
In verità si è messo a fuoco benissimo che
la maggior parte di queste morti avviene tra le mura domestiche per futili
motivi, per gelosia, ad opera di compagni violenti, prepotenti, arroganti e
possessivi che, indossando i panni del
killer, non riescono ad accettare la fine di una storia d’amore. Semplicemente
bestie.
Sempre le statistiche affermano che un
quarto dei femminicidi ha una storia di pregresse violenze che, nella metà dei
casi, la futura vittima si è premurata
opportunamente di denunciare senza tuttavia ottenere una qualche forma di
protezione sufficiente a salvarle la vita.
In queste statistiche manca l’elenco di tutte quelle donne che sono
maltrattate psicologicamente. Una persona, purtroppo, la si può
far morire giorno dopo giorno tenendola nella paura o nella segregazione,
umiliandola o semplicemente mancandole di rispetto.
Da qui in poi, secondo me, il problema
diventa abbastanza chiaro: si è, in
effetti, persa la capacità di mettere a fuoco, e di conseguenza le varie vittime, sia prima che dopo. Sono solo
le fredde statistiche che procurano sbigottimento e malessere.
Alla luce di tutto questo nasce la mia
serie “Fuori Fuoco”, il mio personale
contributo al problema.
Le vittime sono volutamente fuori fuoco perché alla loro realtà, in
vita, non è stata data la giusta attenzione dalle autorità: le vittime sono poi
diventate semplicemente pura statistica di morte. Una casa trasandata e dei
piatti sporchi diventano causa di una follia incontrollata e ingiustificata.
Anche una scrivania e una sedia in un ufficio
vuoto dove aleggia la triste presenza della vittima così come la
macchina abbandonata con un corpo inerme appena portato via sono espressioni di
brutale aggressione.
Le varie vittime restano persone bene
identificate per i figli o per i genitori o per gli amici: per loro, solo per
loro, i volti sono ben messi a fuoco come il problema.
Dedicato a Marina, Federica, Paola, Valeria, Angela Jenni, Ernestina, Azka, Sharna, Maura, Rosetta, Sabrina, Grazyna, Elda………………….. , dedicato proprio a tutte.
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© Calafiore Giuseppe